Pubblicare un Libro

ho letto la regola all'utente niubbo, tranquilli.

la mia domanda è: come si fa' arrivare il proprio libro a case editrici importanti, come mondadori etc...e farselo pubblicare?bisogna investire soldi di tasca propria?spesano tutto loro e poi ti danno si e no il 5% degli introiti?

voi ne sapete qualcosa?
glielo mandi e loro lo bocciano
e ti dicono di andare a coltivare il prezzemolo


Si può direttamente chiudere qui il thread

@Maidek OT: non so se è voluto o meno, ma hai messo una R di troppo in "Memento Audere Semper". Se invece è una cosa voluta quel "SempreR" per motivi a me ignoti, fai come se non avessi scritto nulla


La risposta alla domanda è semplice, non si può.
E' come se un giocatore di calcio che non ha mai giocato una partita ufficiale chiedesse: come si fa a giocare nel Milan?

Alle varie, Rizzoli, Mondadori, Feltrinelli si arriva con seconde, terze, quarte produzioni, quando loro sono sicuri del tuo successo a livello di vendite, oltre che del tuo talento. Tieni presente che possono sputare fuori decine di Den Brown, Ken Follet, King o twilight, herry potter che sia, spingerli di pubblicità e lucrare; quindi per prendere in considerazione te, devi aver già mostrato un certo talento e una sicura vendibilità.

Detto questo la trafila per iniziare è questa:

-scrivi il tuo libro

-trovi un editor, che per gli scrittori è una sorta di allenatore-manager. Il suo compito è correggere e a volte costringerti a riscrivere il tuo libro per fare in modo che sia in una forma che convinca almeno il selezionatore delle case editrici, non dico di comprarlo, ma almeno di arrivare a pagina cinque nella lettura. Oltre questo è anche quello che si preoccupa di consigliarti e di proporre il tuo libro alle case editrici con le quali è più o meno intrallazzato. Un editor che ha già scovato talenti è più credibile e gode di una fama tra gli editori, che va a volte oltre il talento degli scrittori stessi. Per questo lavoro, a secondo del livello del tuo editor, dovrai sborsare di tasca tua dai tremila ai diecimila euro.

-poi inizia il pellegrinaggio tuo, e del tuo editor presso le piccole e medie case editrici, sperando che una consideri un buon investimento il tuo libro. Le case editrici sono composte di ebraismo liquido, con sensibilità al rischio tendente a più infinito. Ti offriranno al massimo un contratto nel quale si tengono la proprietà di future ristampe (nel raro caso in cui tu possa diventare un autore di successo) e in cui dovrai contribuire in una certa parte alle spese di edizione.

-nel caso tu abbia successo, potrai magari firmare un contratto per il tuo secondo libro a condizioni non vergognose e vessatorie.



Come mi giustifichi la Troisi?


uno scherzo della natura?

La Troisi non è nessuno.
Non nel senso che non è una persona fisica ovviamente.
La Mondadori voleva pubblicare una saga fantasy e una valeva l'altra, tanto e arido, ripetitivo e ormai saturo quel seminato.
Hanno scelto lei, potevi essere tu.
Le cronache del mondo emerso sono un'opera di editoria non di letteratura.
Questo non esclude tuttavia il fatto che l'abbiano pubblicata in ogni salsa possibile.

Temo non ci sia comunicazione, fra noi due
C'è sempre comunicazione.
Ho capito cosa intendi: la Troisi è stata una scusa per produrre del "fantasy" nostrano, dato il boom degli ultimi anni.
Non che la cosa fosse difficile da intuire, letti i romanzi.
Quello che invece ho scritto io è "se la Troisi è riuscita a farsi pubblicare, non vedo perchè escludersi a priori, intuendo un attimo da che parte tira il vento".


1) mai, MAI (scusa l'uso delle caps) pagare per essere pubblicati. Il rapporto editore-autore è un rapporto di lavoro. Come tu non devi pagare per timbrare il cartellino in ufficio la mattina, così l'autore non deve pagare l'editore per essere pubblicato.
Diffida sempre delle case editrici che chiedono un "contributo": il cosiddetto "contributo" è la copertura delle spese editoriali, che devono essere a carico dell'editore, non dell'autore. Soprattutto qualunque contributo ti mette in condizione di non guadagnare nulla.
In secondo luogo, una pubblicazione a pagamento non è sinonimo di qualità (spesso del contrario): se l'editore crede di doversi far coprire da altri i rischi, è il primo a non credere nelle possibilità dell'opera.
Un'opera in cui l'autore non deve contribuire economicamente, almeno, è un'opera in cui l'editore crede fermamente.

2) passiamo al "come": google. Sito casa editrice che ti interessa. Contatti. N° di telefono. "Come faccio a mandarvi un manoscritto?"
Perchè non è lei che "è riuscita". E' stata la Mondadori a cercare un prodotto e l'ha creato. Come succede con le boy band nel mercato musicale, sono i produttori che scelgono, l'artista si adegua.

Il topic starter non credo che stesse chiedendo come si viene scelti per diventare un prodotto, sarebbe come chiedere come si vince la lotteria. Non devi fare nulla, solo aspettare l'estrazione.

Poi magari lui vince il primo premio nuovo Harry Potter, ma la vedo duretta


Senza un editing decente manco lo leggono il manoscritto.
googla ALBATROS...

è una casa editrice per giovani emergenti...prova a mandarlo li
prima imparate a scrivere, poi preoccupatevi di pubblicare.

tanto, 9 volte su 10, chi vuole scrivere, fa cagare.

Stima ottimistica.

Mi ha aperto un sito di sanitari.
Strana coincidenza. Quasi il responso di un oracolo.


Difatti non si deve mai rinunciare all'obbiettivo grosso: di certo che una casa editrice grossa ti pubblichi al primo colpo è una botta di culo rara. Se però rinunci in partenza, di certo non ti capita.

Il consiglio dell'editor è buono, ma per un esordiente può essere parecchio difficile potersene permettere uno a livello professionale. A meno che tu non vada ad ascoltare gentaglia come Gamberetta e altri millantatori del genere, che professionisti non sono.
Il primo editor di un autore dev'essere lui stesso. Poi si fa passare il manoscritto fra conoscenti e si cerca di ottenere commenti che vadano al di là del "bello, mi è piaciuto".

Consiglio principale: non prendertela per un rifiuto. Probabilmente, anzi, sicuramente, i rifiuti ci saranno e non sempre la casa editrice avrà il tempo di motivarli. Se però trovi l'editore che ti spiega il perché, ascoltalo attentamente, che sarà tutta esperienza utile.
Di solito quelli che se la pigliano a morte con gli editori per non essere stati pubblicati, finiscono come Gamberetta a recriminare a prescindere su un blog.


è una casa editrice a pagamento.
Ergo: mai mandare alcunché a loro.

Edit: Qui il sito del Gruppo Albatros, da cui quoto un passaggio: