Aldous Huxley - Il mondo nuovo (Brave New World, 1932)

Non sono appassionato di letteratura sci-fi, qualcun altro saprà consigliarti meglio. Ma i suddetti premi non sono l'alfa e l'omega della fantascienza. D'altra parte, Stanisław Lem fu espulso proprio dall'associazione che conferisce il premio Nebula, vedi un po' te


quindi su che basi hai criticato il premio HUGO / NEBULA?

che non siano l'alfa e l'omega posso capirlo anch'io... ma se non si offre una alternativa allora che parliamo a fare?

Non ho criticato il premio Nebula e il premio Hugo. Ma leggersi metodologicamente i vincitori di un premio non mi sembra il più critico e il più proficuo degli approcci. Che si tratti del premio Nobel o del premio Nebula. E' questione di metodo.
Non ho detto che quei premi fanno schifo, non ho detto che tu fai schifo se scegli le tue letture fra i vincitori dei suddetti: ho solo detto che 'io seguirei altri pattern anziché pescare prevalentemente fra i vincitori dei suddetti premi'.
Non ti sto insultando, smettila di sentirti insultato. Non sono stato neppure io a introdurre l'argomento per cui la letteratura sci-fi sarebbe letteratura 'di secondo ordine'.


azz... pensavo fosse chiaro il mio tono scherzoso devo migliorare con l'uso delle faccine

cmq ripeto... mi parli di metodo, di pattern... ma in sostanza non mi dai nessuna indicazione/suggerimento.

ciao!
Come ho detto non sono appassionato di letteratura sci-fi, pertanto devo lasciare ad altri il compito di individuare il metodo critico nel concreto dell'ambito in questione.
Ti consiglio di leggerti anche Ritorno al mondo nuovo per completare l'opera e magari se vuoi farti un po' un idea del personaggio sicuramente Le porte della percezione e' un must


non credo di potercela fare

tenete presente che da buon pedolare leggo in treno... quindi offro sempre il fianco alle "botte di sonno"!!!
L'elemento più interessante di 1984 è, di gran lunga, la lingua (neolingua) come strumento di controllo, rendee impossibile la speculazione e il pensiero non ortodosso privando la coscienza degli strumenti per costruire ed analizzare la realtà.

Anche solo questa intuizione è straordinaria e, ahimè, molto attuale quantomeno nelle conseguenze dell'impoverimento delle strutture linguistiche.

http://firenze.repubblica.it/cronaca/2011/11/28/news/non_sappiamo_pi_l_italiano_l_allarme_del_linguista_de_mauro-25713802/

Detto questo solo una specificazione: nel 1948 non si sapeva ancora moltissimo dei crimini di Stalin (che sarebbero stati denunciati nel 1953 al XX congresso del PCUS in una sessione segreta) e dei suoi metodi, a parte i processi pubblici e le purghe; molto di ciò che ha scritto Orwell è basato su racconti e sul suo incontro con il comunismo e i suoi metodi durante la guerra civile Spagnola.


De Mauro l'attention whore della lingua.

Francamente quel link fa abbastanza ridere, per diverse ragioni: "non sappiamo più l'italiano".
Rispetto a cosa? Al 1915?
Le poste dell'Impero austroungarico collassarono nel 1916 semplicemente perché tutti i soldati scrivevano lettere a casa, e hanno dovuto fare bigliettini in otto lingue con su scritto "sono vivo e sto bene", dato il numero di chi sapeva scrivere nella sua lingua/si faceva scrivere lettere a casa.
Gli italiani giunsero a capire chi erano gli abitanti del sud/nord solo quando li incontrarono nel proprio reparto e al massimo sapevano urlarsi in dialetto come i gibboni.
Solo per fare un esempio.

La Repubblica, del resto.
E De Mauro.

Edit: ed elaboro meglio.
A parte il caghinbraghismo di De Mauro, che è tutto dire già di per sé (ritornare all'analfabetismo è da lulz), concordo sul discorso che in realtà è un incontro del comunismo spagnolo, ma per me rimane uno scritto un po' satirico, in cui Orwell ha lasciato molto della sua personalità.
Continuare a vederci parallelismi con il presente lascia il tempo che trova come l'articolo "Caghiamocituttiaddossochemoriremotuttiviolentatinell'anodaalieninazisticomunisticoprofagi" di De Mauro.

In "Vero all'alba" c'è una frase molto simpatica che Hemingway scrive di Orwell, se la ritrovo la scrivo .
il linguaggio cresce in vocaboli e le parole assumono nuovi significati giorno per giorno.
se io scrivo:
"ho rotto il papero, ci becchiamo alle sette e mezza, porta il cancarone e un attrezzo"

sono convinto che quel cretino che ha scritto l'articolo non sia in grado di comprendere il significato reale di questa frase.
questo tipo di articoli di Repubblica si definiscono "Yellow Journalism", il loro valore scientifico è ZERO, e lo scopo di questi riempitivi puo' essere politicizzato.
Come 1984 non è tanto satirico imo, non è per niente distaccato, è più rabbioso.
Orwell era incazzato nero.
Evidementemente l'incapacità di decifrare semplici testi in italiano è molto più diffusa di quello che si potrebbe credere.

Il non sappiamo più l'italiano (che come tutte le lingue è innanzi tuitto uno strumento) è rapportato a questo concetto.



Come fanno a saperlo?

Ad esempio utilizzando questionari come questo ed analizzandone i risultati.

http://archivio.invalsi.it/pilota3/condivisa/pdf/prove/Italiano%20I%20media.pdf
probabilmente, fin da piccolo, ho vissuto circondato da persone troppo intelligenti che non mi hanno permesso di valutare la realtà dei fatti.
fatto sta questo 70% di coglioneria proprio non l'ho mai visto, ho visto invece un uso di linguaggi nuovi, la lingua si modifica, non è l'italiano ad essere coglione, è il test che è obsoleto.
nessuno usa erta strada, ma che cazzo ce ne frega di erta, ma per piacere su.
erta, bryan herta ! il pilota ?
qualche mese fa ho letto il Panopticon di Bentham ( tanto per restare nelle distopie, il mio nick è tratto da un film distopico ) , la struttura dell'inglese è più semplice, questo facilità è vero, ma anche il traduttore non ha usato parole obsolete, il risultato è un testo dalla lettura veloce.
questo banale esempio dimostra che è la lingua che deve adattarsi al tempo e non il tempo alla lingua, ogni tentativo contrario si è risolto in un fallimento*
finita l'epoca "costrittiva" le espressioni gergali tornano a riprendere piede, rendendo di nuovo i testi più vecchi di difficile comprensione.
se io avessi letto una traduzione del Panopticon di inizio secolo probabilmente mi sarei affaticato ..

*tranne che per il latino e l'inglese lingua scientifica, il tentativo del Bembo di trovare un mix elegante.
ma tornando a bomba, anche l'inglese internazionale di oggi è ben più semplice dell'inglese di 50 anni fa.



<>


Riporto il pensiero a riguardo di uno sicuramente "capace di decifrare semplici testi in italiano".
Certo niente a che vedere con i pezzi da novanta che abbiamo qua che cagano da ben in alto.


Continui ad essere una dimostrazione vivente della diffusa incapacità di analizzare il significato di un testo.

Comprensione del testo non vuol dire conoscenza pedissequa del significato di tutti i vocaboli presenti all'interno del testo, bensì la capacità di dare significato alle parole, anche quelle sconosciute.

non devi sapere cosa sia una erta per principio, ma devi essere in grado di attribuire il corretto significato nel contesto nel quale dovesse essere applicata.

Orwell racconta esattamente di questa sottrazione di significato e destrutturazione cognitiva causata dall'impoverimento della lingua come strumento di controllo della persona.

Ma credo che l'incapacità oggettiva di rapportarsi ad un testo scritto di medio/bassa difficoltà sia meglio ancora espressa da questo breve brano.

http://gaming.ngi.it/showthread.php?t=541754
bhe allora dove è il problema, Toi è stato assente 3 giorni dal forum ed io ho fatto richiesta che il thread venisse moderato, ma dato che non hai partecipato puoi soltando arrivare a delle conclusioni senza senso, come del resto sono il 90% dei tuoi post, avermi linkato dimostra che sai solo rispondere con delle puttanate, ben scritte ovviamente, ma sempre puttanate.
quando uno è supponente e velatamente arrogante di solito cerca lo scontro personale, perchè sostanzialmente il suo apporto alla discussione è nullo.


che non centra un cazzo di niente col fatto che questo presunto 70% delle persone non sappia decifrare un testo scritto.
non vi è impoverimento, vi è mutamento.
ma non hai vissuto con gente del mestiere, gente che insegna, io si, sono circondato da insegnanti, quindi comprendo la tua difficoltà nell'apprendere questo concetto.
quello che ha raccontato orwell lo conosciamo tutti bene, e non c'è nessun nesso con la situazione reale.
è una tua sega mentale senza nè capo nè coda.


Senti Ximenes, questa gente che scrive queste cazzate è la stessa che dieci anni fa diceva in tv che ai giovani presto si sarebbe ristretto l'uccello/rinsecchite le ovaie, e che saremmo morti soli davanti ad un pc a tirarci le raspe sull'ultimo film porno.

Una delle poche volte che guardo i tg ho visto, per la prima volta uno di questi psicologi/sticazzi/staminchia dire, e sottolineo, per la prima volta: "ci siamo sbagliati, i giovani quando sono su internet non perdono il contatto con la realtà e anzi quando sono su internet incontrano molte altre persone".
Tanto per fare un paragone eh.
Come direbbe Grillo, questa gente che pretende di studiare una realtà che non capisce è indietro vènti ànni belìn...!!!!!!!

Tu Ximenes (ricorda che t.v.t.b. comunque, non esacerbare i toni) hai la pessima abitudine di prendere una fonte che tu ritieni attendibile e costruirci attorno una teoria.
Io prima di leggere un dato cerco un confronto, che lo contestualizzi, e ci ragiono con la mia testa.


Appena trovo il testo di Hemingway che lo riguarda lo scannerizzo e lo posto, così vi fare un'idea di com'era Orwell .


E' sempre la solita storia del cazzo dell'accademismo. De Mauro è De Mauro, cazzo gli frega di adeguarsi al mutamento e avere una mente aperta quando, cazzo, lui è uno scienziato della lingua italiana...?
Cura i vocabolari lui, non li legge mica.

Guarda che l'assunzione di significato di una parola all'interno di un gergo c'entra solo latamente con l'evoluzione di una lingua, intesa wittgensteinamente come linguaggio di una certa comunità linguistica: il fatto che una subcomunità di una data comunità linguistica usi un gergo, non significa che la lingua si sia evoluta: la lingua si evolve qualora alcune parole e significati del gergo 'transitino' nella lingua data, altrimenti ogni volta che i bambini di un rione usano una parola con diversa accezione da quelle correnti, la lingua si sarebbe evoluta, cosa che non è: si è evoluta la lingua di quei bambini, non quella della comunità linguistica principale.

Secondariamente, la creazione di nuovi significati non per questo comporta un arricchimento della lingua: l'arricchimento, a rigor di logica, dovrebbe derivare da un bilanciamento fra quello che si acquista e quello che si perde. Tu consideri solo quello che si acquista e probabilmente ignori quello che si perde, non solo e non tanto in termini di significati, quanto piuttosto di flessibilità espressiva, data da un mix creativo di vocabolario e sintassi.
Non è una questione meramente formale, poiché la lingua è atto marcatamente creativo: tutto ciò che si perde in una lingua, si perde nella capacità di pensare determinati concetti. La semplificazione della lingua che celebri, è anche una semplificazione dell'atto del pensare.



Beato te, suppongo.