Communication Skillz0r [Figli/e/æ]

Non intendevo quello e dalla metafora della piscina penso sia chiaro che non penso che causare traumi volontari sia utile

Sto dicendo che mi fa un po’ specie questa cosa molto americana che appena si parla di vivere la vita "OMG traumaaa :eek: ", voglio dire la vita succede e shit happens e non penso che il chiosco della limonata che è molto simile all’autofinanziamento che facevamo agli scout o al mercatino dei giochi usati possa causare chissà quale trauma in un bambino se non viene caricato di eccessive aspettative da parte del genitore e non diventa questione di vita o di morte :asd:

Poi è evidente che ognuno qua ha il suo vissuto e non voglio né sminuirlo né banalizzare il discorso del ciclo genitore disfunzionale - bambino traumatizzato, tantomeno buttarla sul personale figuriamoci, solo facciamo attenzione a non proiettare troppo la propria esperienza sugli altri dai

discorso complesso
capisco cosa vuoi dire madian, secondo me impara di più semplicemente guardando come ti muovi tu, visto che è una tua skill, magari portatelo a lavoro?

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Ecco, questo non è malaccio come consiglio in effetti. Anzi.

Ma siamo tutti d’accordo che la vita succede, solo qual è il confine fra il lasciarla succedere e il causarla? :asd:

Probabilmente vendere gli after eight porta a porta coi tuoi amici scout come esperienza collettiva fra pari, anche se gli scout andrebbero fucilati per altri motivi, è vita, è un’esperienza paritaria e collettivizzante, tuo padre che ti fa fare il baracchino perché formante carisma probabilmente è causare artificialmente qualcosa per un effetto specifico. Che poi non avviene perché ti viene fuori xanth e piangi perché volevi Ennio Doris.

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cmq ci può stare anche la tua di idea eh, sono cose fighe da fare con un genitore, a prescindere

Scusami Madian ma su che basi hai deciso che “e’ ora” adesso?

Come rapportarsi agli altri lo impara cento volte piu’ velocemente guardando come vi rapportate voi (genitori).
Poi se lo stand della limonata vuole essere una cosa tipo “domenica alternativa con babbo” in cui c’e’ zero stress e ti porti / pianifichi dietro le robe da fare assieme a lui nel mentre che aspettate tra una cosa e l’altra e quando arrivano i “clienti” lui fa quello che ci parla tipo “cosa volete? ok, babbo 1-2-3 limonate!, signore sono 5 soldi, grazie!” e fine, non c’e’ problema di sorta imho.

Basta che nel mezzo c’e’ un “passo un pomeriggio con babbo a giocare/parlare/ridere/etc” e non “questo pomeriggio lo scopo e’ vendere limonate”.

m2c

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Proprio perché manca processing power non puoi metterlo davanti situazioni iper complesse che non fanno altro che confonderlo e crearli ansie (che magari sopprime).

Dalla storia del thai mi sembra già che il figlio di Madian sia in una fase delicata del rapporto col padre. Il bambino capisce a cosa tiene il padre e già si sopprime per non deluderlo, quindi metterlo in una situazione simile, da timido, mi sembra sla ricetta per un disastro.

I bambini devono affrontare situazioni a misura loro e con la quale si scontrano loro senza che gli adulti rompano il cazzo con le loro ansie e proiezioni narcisiste.

Io se fossi Madian mi allarmerei della situazione del Thai e comincerei a fare discorsi col bambino che lo fanno sentire accettato per i suoi desideri e le sue tendenze e che non deve accontentare papa. Tutto il contrario di cosa vuole pianificare Madian, un test ground fatto dal padre per skill che vuole sviluppi il padre perché il padre non riesce a concepire che un timido possa vivere una esperienza di vifa diversa da quella del padfe.

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Non ho figli quindi forse non ho diritto di parola in questo thread ma mi chiedo: in quale modo fare il chiosco della limonata dovrebbe causare traumi? Non ci arrivo :mumble:

Certo se arriva la finanza e lo porta al gabbio perché non ha la licenza magari sì, ma la vedo un’eventualità abbastanza remota :asd:

Ma infatti lo SCOPO E’ ESATTAMENTE QUELLO PER DIO.

Siamo lì insieme e lui parla caa gente quando arriva e dice “CHTO OCHESH BLJAT” “DVA EURO SUKA”, invece di farlo io stesso.

Ma lo stand è un cristo di esempio per la domanda finale del thread, mortacci vostra porco qui porco lì.

Mica vado la dicendogli “OH oggi minimo 40 persone fermate, sales target 80 euri”, se voi l’avete presa così il problema è vostro non mio.

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Mai lavorato al pubblico eh Marcos? :asd:

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cmq io vorrei invece insegnarli un po’ di cazzimma porco giuda

è un bambino bravissimo e dolcissimo in tutto, non rompe i coglioni a nessuno, gioca con tutti però quando qualcuno rompe i coglioni a lui non sa “”“”" difendersi “”“”" o meglio non capisce (ancora) che questo qualcuno lo sta trando in mezzo (tipo regalami la figurina, e queste sciocchezze qui eh, niente di grave)

forse ci vuole un po’ di thai

:look:
:asdno:

Comunque in effetti ricordo una puntata de “La vita secondo Jim” in cui fecero il chiosco della limonata e non finì bene :sisi:

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Considera però che tu hai uno scopo: livellare le sue skill comunicative.

Chiaramente tuo figlio è sensibile e riesce a leggere tra le righe, comprende le tue aspettative. Quindi capirà sicuramente che quella non è solo una giornata piacevole da passare con papà, ma un test di skill che dovrà superare. Il che cambia tutto.

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Ma tuo figlio non sei tu, magari a lui non gli frega una minchia della giornata al sole con babbo e vuole stare a casa a giocare a scacchi. Il problema é il framing del genitore che vederebbe una roba del genere come un impappollimento, una mancanza di opportunità di sviluppare SKILLZ imprenditoriali.

Ma madre di Cristo donami la grazia é un cazzo di bambino, le skill le sviluppa ogni fottuto giorno giocando e vivendo semplicemente. Il compito del genitore non é aggiustare i figli che nascono con indoli randomichr. Il compito del genitore é vedere dall’ombra della sua esperienza le tendenze del figlio e non mortificarlo se non diventa il tuo clone, vedere le sue tendenze e stimolarlo ad inseguire le cose che gli piacciono (piacciono al figlio non al genitore). Tuo figlio ha mostrato di voler essere un imprenditore all americana a 6 anni? No e allora possa un angelo biblicamente accurato farmi visita se mento perché mai vorrebbe voler stare sotto al sole a sudare per vendere limonata come nei film americani

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Per me ci puo’ stare ma ti stai mettendo in una situazione con premesse sbagliate.

  1. Parti dicendo che non sei un pedagogo (e ok, nessuno qua, anche se io c’ho la moglie e per osmosi m’e’ toccato leggerne e sentire le varie tesi e esami).
  2. Poi che vuoi che migliori il suo rapportarsi agli altri. Che ok, ma a 6 anni? con adulti? perche’? :asd:
  3. Poi dici che pero’ la cosa e’ piu’ per fargli fare esperienze con il mondo ma comunque la priorita’ e’ passare tempo assieme. E ok.

Ma quindi, ti faccio la domanda classica degli psicologi: Qual’e’ lo scopo vero?

E’ fare qualcosa per aiutarlo a migliorarsi? Perche’ pensi che sia carente in qualcosa? Specie visto il punto 1.
Oppure e’ fare qualcosa assieme?

Perche’ non fare un weekend in campeggio solo tu e lui allora? Tenda e provviste, andate via sabato mattina e tornate domenica pomeriggio. Io non sono tipo da campeggio ma la memoria di aver fatto sta cosa con mio padre e i miei fratelli e’ una delle (pochissime) robe belle che ricordo e l’ho fatta quando ero anche grandicello comunque considera. Ora noi eravamo 4 tra padre e fratelli e facemmo pure i turni perche’ il fuoco doveva stare acceso e giravano animali ma fu una figata. Con un bimbo di 6 anni magari scegli una zona safe :asd: ma l’idea di accamparsi e vedere cose come “come si accende un fuoco” o “pescarsi la cena” sono figata per un bambino imho.

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Ho in programma anche quello infatti, il campeggio. E sfoderare le mie survival skillz imparate ai boy scout.

Si poi la l horror é che mancando di processing power se il bambino sbaglia e capta frustrazione da parte del padre (anche passiva tipo il sorriso “no dai hai fatto bene” detto 99% sincero e 1% preoccupato per sua mancanza di skillz) rischia di andare in un loop senza senso e inspiegabile di sensi di colpa inestricabili

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Ok, ti rispondo così la smetti. Non voglio che diventi un mio sosia.

Sono dell’idea che i genitori dovrebbero essere orgogliosi dei propri figli non secondo i propri parametri, ma secondo quelli del figlio stesso.

Per esempio la prima cosa che gli chiedo quando fa qualcosa di buono è “sei contento di quello che hai fatto?” “cosa ne pensi?”, poi mi risponde e riaffermo quello che mi ha detto, così non è legato alla mia validation.

Il mio ciccio vuole spendere praticamente tutto il tempo con me, uscire, giocare, fare cose, giocare a scacchi ecc.

Detto ciò, ritorno alla mia domanda iniziale.

è il problema più grande che ho e che mi costa una fatica immane sistemare, quello di essere uguale a mio padre porco il demonio

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Ecco allora il mio consiglio e’:
Se vuoi insegnargli qualcosa, parti da eventuali cose che puo’ imparare che non dipendono dall’interazione con altri.

Pero’, prima ancora, parti sempre onesto con lui. Mi sembra di capire che sia molto percettivo quindi trattalo come un piccolo adulto quando proponi 'ste cose. Non gliele calare dall’alto, non so se mi spiego. Avvisalo e chiedigli se gli va, dandogli del preavviso e del tempo per pensarci e farti domande in merito.

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